mercoledì 16 novembre 2011

ECCO IL NUOVO GOVERNO

Mario Monti: Presidente del consiglio, ministro dell’Economia ad interim.
Anna Maria Cancellieri: Ministrto dell’Interno

Giulio Maria Terzi di Sant'Agata: Ministro degli Esteri.
Gianpaolo Di Paola: Ministro della Difesa.
Corrado Passera: Ministro dello Sviluppo.

Antonio Catricalà: Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri.

Paola Severino: Ministro della Giustizia.

Elsa Fornero: Ministrero del Welfare.

Francesco Profumo: Ministro dell’Istruzione

Lorenzo Ornaghi: Ministro Beni e attività Culturali, ricerca e università.

Andrea Riccardi: Ministro dei Beni culturali.
Luisa Torchia: Ministero del Pubblico impiego.

Antonio Malaschini: Ministro dei Rapporti col Parlamento.

martedì 8 novembre 2011

CRISI ITALIA - E’ IL MOMENTO DI SERIETÀ E RESPONSABILITÀ DA PARTE DI TUTTI I POLITICI

L'aggravarsi della crisi italiana, sotto monitoraggio della Commissione Ue, ha portato anche il Fmi (Fondo Monetario Internazionale) a mettere sotto osservazione la nostra nazione. L’Irlanda, la Grecia e la Spagna a causa della crisi hanno deciso di andare a elezioni o cambiare governo.

In un contesto del genere il nostro premier Berlusconi poteva risparmiarsi la battuta sui ristoranti pieni. Lo stesso ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha sottolineato che la crisi c'è e c'è grande sofferenza: “Io giro continuamente, incontro imprenditori che sono in difficoltà. E' il sistema che è in crisi, non solo in Italia. E' giusto non autoflagellarsi, ma non si può nascondere la verità".

Se il nostro premier a Cannes, per il G20, ripete che la crisi non c'è dimostra che non ha una percezione reale del contesto sociale italiano. Sarebbe più onesto dire che una piccola parte dell'Italia non avverte la crisi perché è così, ma la gran parte restante sente nel quotidiano il peso della crisi ed è preoccupata per il futuro. Tuttavia, a differenza di altre circostanze in cui coglieva ciò che veniva da alcuni settori, ad esempio dal mondo produttivo, ora non avverte nemmeno più il grido di dolore e la denuncia che arriva dalla Confindustria, dai ceti produttivi. Berlusconi sembra staccato, avulso dalla realtà, ridotto a conteggiare aritmeticamente quanti voti ha il suo governo senza comprendere che anche se ne avrà uno in più, il giorno dopo sarà tutto come prima e quel distacco tra Palazzo Chigi ed il popolo italiano sarà ancora più acuto.

I guasti sono stati provocati dal modello politico prevalente in questi anni, che spesso ha privilegiato l'annuncio enfatico rispetto alle realizzazioni effettive, la politica del rinvio rispetto all'assunzione impegnativa di responsabilità, l'immagine frivola rispetto alla realtà concreta. In particolare bisogna puntare il dito sugli ultimi anni di gestione della cosa pubblica, e a questo punto la condizione essenziale per uscire dalle acque agitate in cui il paese si trova è comunicare fiducia all'Europa e ai mercati. Ma per farlo serve che l'Italia recuperi fiducia in se stessa. Condizione necessaria è anche e soprattutto voltare pagina e tornare a fare buona politica, una politica lungimirante, seria, coesiva e realmente nell'interesse del paese. Il risanamento non è solo un'operazione contabile effettuata con il fiatone sull'orlo del precipizio, ma deve essere concepito come un'opera di manutenzione straordinaria del sistema Italia, volta a dare al paese un nuovo e più competitivo assetto.


Il Segretario Nazionale dei Moderati
Arch. Paolo Vecchio