sabato 4 luglio 2009

Riceviamo e pubblichiano dall'On. Publio Fiori

Da “Rifondazione DC” a “Rinascita Popolare”

IL POPOLARISMO NUOVA IDENTITA’ POLITICA


di Publio Fiori



“Rifondazione DC “ e “Rinascita Popolare” sono due iniziative complementari perch&eac! ute; puntano allo stesso obiettivo: ricostruire un comune impegno dei cattolici volto a realizzare un nuovo progetto culturale e politico sulla base di una etica condivisa che rilanci i valori del popolarismo. “Rifondazione DC” rappresenta, infatti, uno dei movimenti politici d’ispirazione cattolica, mentre “Rinascita Popolare” punta a realizzare un coordinamento tra tutte queste iniziative (associazioni, movimenti, partiti, ecc.) che, come RDC, intendono rilanciare in nome del Popolarismo la presenza culturale, sociale e politica dei cattolici.


LA CRISI DELLA POLITICA

Dopo la caduta del muro di Berlino e la crisi del liberismo inteso come individualismo auto-referenziale, la politica si trova dinanzi ad una sorta di smarrimento! . La perdita delle identità tradizionali e la caducità di quelle costruite senza riferimenti storici, ideali e culturali hanno determinato una “perdita di senso” della vita politica che si è trasformata in una profonda disaffezione e ha colpito la stessa qualità della nostra democrazia.

Con la fine del collettivismo si è determinato un “ribaltamento dialettico” fondato sul convincimento di poter risolvere i problemi dell’uomo in un individualismo edonista ed egoista che punta alla trasformazione dei desideri in diritti civili.

Ne è scaturita una “normalizzazione” che ha messo da parte ogni ragione etica e ha relegato i valori religiosi all’interno della coscienza individuale.

Ma il Cristianesimo, senza perdere il suo valore escatologico, è anche “religione civile” che sa declinarsi come sistema culturale capace di fornire alla società quella morale comune (popolare) su cui costruire una comunità più giusta e più libera.






LA CADUTA DELL’ETICA : IL RUOLO DEI CATTOLICI

Ma per raggiungere questo obiettivo i Cristiani debbono anzitutto far valere la loro differenza, il carattere “eversivo” della loro presenza, la loro capacità quali “stranieri e pellegrini” a misurarsi con la inevitabile dialettica tra solidarietà e diversità, tra convivenza civile e alterità, tra appartenenza e differenza (v. Enzo Bianchi – “Per un’etica condivisa” – Vele, 46 – 2009).

Ma debbono anche ricordarsi che il loro posto è tra la gente, che vivono nel mondo, che sono cittadini e che hanno il dovere di mettere al servizio della società i valori, la creatività, le capacità e l’intelligenza di cui sono forniti.

Che debbono contribuire alla vita sociale senza rivendicare alcuna superiorità rispetto alle altre culture e senza privilegi; ma debbono anche pretendere di essere ascoltati per contribuire alla umanizzazione della società, alla promozione della dignità della persona, alla difesa dei principi di giustizia, di solidarietà e di pace.

Ma questo obiettivo va perseguito su una base etica costruita anche nel dialogo e nell’incontro con coloro che, pur atei e agnostici, professano una “spiritualità” intesa come profonda vita interiore alternativa al nihilismo. Con principi etici che consentono loro di scegliere tra bene e male per contrastare le ingiustizie, le violenze, gli egoismi e battersi in favore di precisi valori naturali.


UNA ETICA CONDIVISA

La crisi dell’attuale politica deriva dalla mancanza di tale etica condivisa che, prescindendo dalle fedi religi! ose, renda possibile una ricerca spirituale su comuni valori naturali.

Ma tale politica, nel suo pragmatismo mediatico, non può essere condivisa dai cattolici.

Non è possibile, cioè, che i cattolici accettino di schierarsi in partiti che usano i valori dell’ispirazione cristiana solo come slogan al servizio del potere politico.

E’ necessario, dunque, che il mondo cattolico riprenda una iniziativa che dal pre-politico passi sui versanti sociali e politici per recuperare una strategia per un dialogo tra tutti coloro che riconoscono la presenza di una spiritualità che testimoni come, anche se Dio non esistesse, ci so! no nell’uomo principi e valori che garantiscono un progresso autentico attraverso un processo di umanizzazione.


UNA FORTE INIZIATIVA POLITICA

Ma tutto ciò comporta delle conseguenze molto significative.




1. Anzitutto una ripresa dell’iniziativa politica dei cattolici. Ciò non significa necessariamente la ricomposizione unitaria dell’arcipelago democristiano. E’ un risultato che si può ottenere anche solo coordinando le tante iniziative d’ispirazione cristiana che continuano a nascere nel territorio sotto l’aspetto sociale e del volontariato, ma anche con impegno più chiaramente politico.

2. Ci vuole un progetto culturale che si fondi sui principi etici condivisi con precise scelte che diano il senso di una chiara impostazione spirituale. Dobbiamo respingere il tentativo di coloro che vorrebbero rinchiudere la spiritualità nel recinto della nostra coscienza per rivendicare, invece, l’esigenza di testimoniare anche nella vita quotidiana i valori connessi ai nostri principi di riferimento.

3. E’ necessaria una visione unitaria del nostro modo di dare tale testimonianza: le scelte debbono essere commisurate ai principi non solo nell’impegno politico, ma anche nella nostra vita privata. Altrimenti, il richiamo ai valori del cattolicesimo solo con riferimento alla politica avrebbe il senso di u! na mistificazione volta ad “utilizzare” la religione a fini politici.

4. Dobbiamo recuperare una identità fondata su comuni ideali. La politica senza etica e senza principi morali è un corpo senza anima che non è in grado di guidare la società e si deve limitare ad assecondarne i desideri.

I bisogni reali della gente e le loro esigenze effettive sono sostituiti dai sondaggi che, anziché dare il senso di una volontà comunitaria, mostrano il volto delle pulsioni più individuali e consumistiche.

Ma le identità non si inventano, né s’improvvisano.

La fine del collettivismo e la caduta del liberismo ci impongono la ricerca di una diversa identità che sappia coniugare i principi di libertà, di giustizia e di progresso.


UNA NUOVA IDENTITA’ : IL POPOLARISMO

5. Il Popolarismo è, a nostro avviso, l’identità in grado di dare attuazione a questi principi nel rispetto dei cambiamenti che la società ha subito. Non dobbiamo mai dimenticare che il Cristianesimo vive nella storia e che, pertanto, deve trovare, specie con riferimento alla politica, formule che tengano conto di come si modifica la nostra società.

6. Il Popolarismo è! ; la nuova/vecchia identità perché:

a) fa coniugare l’etica con la politica riaffermando i principi di moralità, legalità e uguaglianza.

Con la persona e i suoi valori al centro di tutto;





b) garantisce il recupero del ruolo del cittadino e la rappresentatività delle Istituzioni, consentendo una partecipazione democratica permanente attraverso una ristrutturazione dei partiti politici;

c) è l’unico strumento che, restituendo centralità alla persona, può opporsi all’attuale sistema fondato sulle oligarchie (pubbliche e private) che offendono la dignità delle genti;

d) rappresenta il rilancio della autonomia e del principio di sussidiarietà, consentendo ai cittadini di tornare ad essere protagonisti nella scelta del modello di sviluppo, delle politiche di bilancio e della vita degli enti locali;

e) costituisce la premessa per una politica diversa che supera l’idea del cittadino prigioniero dei consumi superflui e s’impegna per un cambiamento profondo in favore dei grandi “consumi collettivi” (acqua, sicurezza, famiglia giustizia, assistenza, infrastrutture, ecc.). E’ necessaria una politica che sottoponga ad una profonda analisi critica gli stessi concetti di progresso e di sviluppo dove il PIL non costituisca l’unico indice per valutare i livelli di vita: va seguita con attenzione una nuova tendenza che ha fatto proprio il concetto di “decrescita” come strumento di umanizzazione delle scelte politiche;

f) consente la costruzione di uno Stato che non si fondi né sull’esaltazione di un individualismo egoistico, né su una visione accentratrice, ma che garantisca le libertà civili e politiche e la partecipazione dei singoli alla vita della società. Con la formulazione di precise regole, specie nel settore economico, che ci mettano al riparo dalle incursioni speculative della grande finanza internazionale e dalle nefandezze della “globalizzazione”;

g) ricompone l’obiettivo del “bene comune” costruito su una etica condivisa nel rispetto del principio di eguaglianza e di legalità, con una visione della politica non come tecnica di governo, ma come punto d’incontro tra cattolici e laici per un programma fondato sui valori naturali laicamente recepiti dalla nostra Costituzione;

h) riapre lo scenario politico al di là del territorio e degli interessi nazionali, risc! oprendo il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo come ponte di civiltà e progresso nei confronti del continente africano;

i) restituisce al Parlamento quella funzione di rappresentanza del popolo e di controllo sul Governo;

l) riporta i principi naturali della dottrina sociale cristiana all’interno del progetto politico a difesa dei più deboli, delle famiglie e degli emarginati.





UNA INIZIATIVA COSTITUENTE

Per qu! este considerazioni e anche sulla base delle adesioni già pervenute, abbiamo deciso di organizzare per la fine di Settembre (probabilmente l’ultimo Sabato-Domenica) un incontro a Roma per la costituzione formale di “Rinascita Popolare”.

Chi intenda partecipare può comunicarmelo telefonicamente (06/3226758), via Fax (06/3612170) o via E-mail (sedenazionale@rifondazionedc.it).


A presto.


Publio Fiori

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