mercoledì 20 maggio 2009
DETERMINANTI E CONDIZIONANTI
L’accordo elettorale l’UDC e i Moderati è per noi democristiani un passo verso la ricomposizione di un arcipelago che per troppo tempo è stato il bacino di utenza per presunti partiti unici. La componente moderata è stata sempre l’ancora di salvataggio dei partiti di sinistra e di destra, sulle macerie della Democrazia Cristiana altri hanno costruito le proprie fortune. Sia il PD sia il PDL si sforzano di essere moderati e non perdono occasione per dimostrarlo, negli spot, in TV, negli articoli di stampa e addirittura aderendo al Partito Popolare Europeo. Nonostante tutto c’è ancora chi crede che si possa governare la nazione senza l’area ex democristiana senza cioè i moderati. Gli elettori hanno detto chiaramente che l’Italia è una Nazionale moderata, cattolica e centrista, inutile apparire di tanto in tanto con la camicia rossa o nera per non rompere definitivamente con il passato, di fatto anche il Leader di An in più di un’occasione cerca di allontanarsi sempre di più dai suoi amici camerati. Il desiderio che a breve possa nascere un asse UDC – Moderati in Ciociaria è il desiderio soprattutto di chi come me è sempre stato democristiano senza cambiare mai bandiera e di chi intravede in questa, una possibilità reale di ricomposizione di quella che fu la grande Democrazia Cristiana. In provincia di Frosinone , l’UDC è una realtà radicata e consolidata, il valore aggiunto dei Moderati potrebbe essere determinante per raggiungere un risultato elettorale soddisfacente, determinante e condizionante. Bisogna avere il coraggio di esprimere le proprie idee e il proprio pensiero senza il timore della sconfitta e l’ambizione del potere a tutti i costi. Il potere si conquista sul campo facendo politica e non carrierismo. Ultimamente la politica è stata caratterizzata da due schieramenti vuoti di idee e di politica, due soggetti che non sono altro che la sommatoria di sigle di partiti, associazioni e partitini, la politica ha bisogno di valori e idee, la politica ha bisogno di rinnovamento e questo rinnovamento non può passare ovviamente per la politica dell’opportunismo o peggio ancora dell’esaltazione dei personalismi.
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